Se il cancro si nutre di zucchero...allora, facciamolo morire di fame
Se il cancro si nutre di zucchero...allora, facciamolo morire di fame

Quando il rifornimento di zuccheri viene a mancare, la cellula tumorale "giovane" è in grado di riprendere la produzione di energia per via ossidativa (la classica combustione attraverso i mitocondri) e in questo modo può essere colpita dalla radioterapia e dalla chemioterapia, proprio come le cellule sane che la circondano. Tuttavia, se una cellula tumorale è “matura”, perde la capacità di riattivare i mitocondri per far fronte ai casi di emergenza e, di conseguenza, muore per mancanza di glucosio.
Un esempio istruttivo di questo meccanismo ci viene dal cuore, l'organo che fa maggior affidamento sull'energia liberata attraverso la combustione, nonché il meno predisposto a sfruttare la fermentazione del glucosio. Senza apporto di glucosio, le cellule tumorali non sono in grado di modificare il metabolismo e passare permanentemente alla fermentazione, quindi vengono distrutte dal sistema immunitario e muoiono. Sappiamo infatti finora che esistono alcuni tumori benigni la cui crescita è limitata alla zona periferica del cuore, ma sono rarissimi i tumori invasivi che abbiano origine in quest'organo.
Benché Warburg avesse identificato la vera causa del cancro quasi un secolo fa, la maggior parte dei ricercatori dell'epoca ignorarono il suo lavoro: solo negli ultimi anni il cosiddetto "effetto Warburg" cominciò ad essere nuovamente studiato. Sarebbe ora di riconsiderare le sue raccomandazioni terapeutiche: "A differenza della prevenzione di molte altre malattie, la prevenzione del cancro non richiede assistenza governativa o investimenti finanziari aggiuntivi".
In sintesi, il modo migliore per prevenire e curare il cancro è attraverso l’alimentazione. Innanzitutto, gli alimenti che forniscono grandi quantità di glucosio (pane, pasta, cereali, pasticcini, dolci, bevande zuccherate) devono essere eliminati per inibire la crescita delle cellule tumorali, o farle morire di fame se sono già presenti. Poi bisogna mangiare più vegetali, spesso carenti in una dieta a base di farinacei: le fibre, le vitamine, i minerali e i polifenoli contenuti in frutta e verdura hanno un ottimo effetto preventivo.
Infine, bisogna garantire un apporto consistente e costante di proteine: gli amminoacidi che compongono servono sia come precursori di enzimi che attivano le difese contro le cellule tumorali, sia “mattoni” per le proteine del sistema immunitario.
Ad esempio, le cellule natural killer riconoscono le cellule tumorali con l’aiuto delle perforine, una sostanza proteica. Se non abbiamo abbastanza amminoacidi per produrre cellule killer, il corpo corre il rischio di ammalarsi di più lasciando proliferare il cancro.
Se avete bisogno di conferma, la Società tedesca di nutrizione (DGEM) raccomanda ai pazienti oncologici di aumentare il contenuto proteico della loro dieta fino a circa il 30% delle calorie giornaliere. Meno zucchero, più verdure e il 30% di proteine.